lunedì 8 novembre 2010

Dei viaggi e dei trattori

Ed era strano partire senza alcuna definizione
Noi si era in viaggio per mete approssimative
Paesaggi che mostravano colori inequivocabili
Silenzio
Fermare la macchina nel nulla
Per cercare un istante di fusione
Sincronizzare i respiri
E poi imprimere le stelle a fuoco nella retina
Perché hai immagini che conservi per la vita
Sorprendersi nel buio
Avere paura, perché no
In quell'assurda fiumana di sentimenti e confusione
Ci trovavamo a parlare di canzoni e affinità

Mi chiedevo quanto potesse reggere la terra
Se la rete tesa in basso fosse già solida
(come del resto sembrava)
Perché non scorrere leggeri
Su quelle note comuni
E dimenticare.

Noi si rideva, si parlava, si restava in silenzio
Su quella strada che scorreva, lei sì, in libertà
In quel nero color creta
Cercavamo un istante di meraviglia
E mi chiedevo se fosse quello l'unico modo
Per scoprirci vicini

Anime che si incrociano per un istante
Sono porte che si schiudono
La percezione senza percezione
Tra fiorentine e trattori
Ridevamo abbracciati
Al riparo

quando chiudevo gli occhi
e diventavo lontano
Viaggiavo e mi dicevo
Va bene così

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